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Le Vin de Syracuse
Dopo i fasti gia' celebrati con Gounod e Rossini, un altro caso di 'storica' sbronza in ambito operistico e' certamente quella che apre il secondo atto di Beatrice et Benedict, ultima opera di Hector Berlioz. Molto probabilmente, chi di voi ha sentito parlare di Berlioz ne conoscera' la Sinfonia Fantastica oppure La dannazione di Faust. Il suo repertorio operistico, pur tenuto in grande considerazione nei libri di storia della musica, e' sicuramente pregno di grandi contenuti musicali, sia sul piano melodico che su quello orchestrale, nonche' di un costantemente ampio spiegamento di forze strumentali e vocali. Inoltre, Berlioz e' da ricordare perche' autore di opere didattiche sull'orchestrazione e sulla direzione d'orchestra che sono ritenute alla base dell'orchestra moderna. Dov'e' il problema, quindi?
Il problema e' che le sue opere liriche sono di una pallosita' senza pari.
Ecco.
L'ho detto.
Ritenuto tale anche dai contemporanei, che non si fecero problemi di eseguire le sue opere a meta' (peraltro facendolo incavolare come una bestia), si tratta di una di quelle cose che tutti sanno dove sono, di cosa parlano, ma che nessuno ha mai visto, in quel recondito scaffale dove si trovano la Gerusalemme Liberata, i Promessi Sposi, Guerra e Pace, la Corazzata Potemkin, il decalogo di Kieslowski.
Pero' Berlioz, che era persona simpatica e passionale (tanto che, saputo che la fidanzata voleva sposare l'altro mentre lui era per qualche mese a studiare composizione a Roma, si travesti' da cameriera e si mise in viaggio da Roma a Parigi per assassinare lei e il marito), ha fornito anche alcuni episodi simpatici, come questo "Le Vin de Syracuse", in cui Somarone esalta il vino di Siracusa improvvisando una canzone, ma al momento di improvvisare una seconda strofa e' troppo sbronzo per riuscire a mettere insieme le parole. Poi arrivera' la protagonista, cominceranno le tragedie e finira' tutto nel solito bagno di sangue (o meglio, immagino sia cosi' perche' non sono mai riuscito da ascoltarla fino alla fine...)...
SOMARONE
Le vin de Syracuse
Accuse
Une grande chaleur
Au coeur
De notre île
De Sicile.
Vive ce fameux vin
Si fin!
LES CHORISTES
Vive ce fameux vin
Si fin!
SOMARONE
Mais la plus noble flamme...
LES CHORISTES
Ha!
SOMARONE
Douce à l'âme
Comme au coeur
Du buveur,
C'est la liqueur vermeille
De la treille
Des coteaux de Marsala
Qui l’a!
LES CHORISTES
Il a raison, et sa rare éloquence
S'unit à la science
Du vrai buveur.
Honneur à l'improvisateur!
SOMARONE ET LES CHORISTES
Le vin de Syracuse, etc.
VOIX DIVERSES
Bravo! bravo! voyons le second couplet!
SOMARONE (entrant en scène, suivi d'une partie du choeur.)
Le second! Ah! le second, je ne suis pas plus embarrassé pour le second... Je vous en improviserais trente!
VOIX DIVERSES
Non, non, c'est assez de deux. Allez, maestro! Silence, donc!
(Les guitares et les trompettes restent dans la coulisse.)
SOMARONE
Le vin... le vin... (hum !) le vin
Fin
De Syracuse...
Le vin de Syracuse
Accuse...
Oui, certes... le vin de Syracuse...
Le vin de Syracuse!
LES CHORISTES
Poète divin,
Ta muse abuse,
Tu le vois,
De notre patience.
Assez d'éloquence!
Rimeur aux abois,
Bois!
A la santè!
Cente
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